Una follia di nome planking

Una follia di nome planking

CATANIA, 21 maggio 2011 – Continua a dilagare la nuova folle ed estrema tendenza che porta il nome di planking, che letteralmente significa fare la tavola e che in pratica consiste nello stendersi a pancia in giù, con le braccia lungo i fianchi, in ambientazioni strane o divertenti, farsi scattare una foto e pubblicarla in rete, su Facebook. Dove sta la parte folle è presto spiegato: i luoghi da originali e bizzarri si sono presto trasformati in pericolosi.

Basta visitare la pagina ufficiale di Planking Australia sul noto social network per trovare gente di ogni età sdraiata ovunque, in ufficio, a scuola, sui muri, sugli alberi, persino sui binari ferroviari o sui cornicioni degli edifici : basta poco per trasformare quello che voleva essere un gioco in tragedia.

E difatti le prime vittime non hanno tardato ad arrivare : si tratta di Acton Beale, un ragazzo australiano di Brisbane di 20 anni, che, ubriaco, sdraiatiosi sulla ringhiera di un balcone, è precipitato dal settimo piano ed è morto sul colpo e di un altro ventenne, anch’egli australiano che, caduto dal tetto di un auto in movimento a Inverell, è ricoverato in coma indotto.

Ma il planking non è l’unica folle tendenza di moda: basta ricordare il balconing, per il quale il turista annoiato di turno, ubriaco e magari anche sotto effetto di stupefacenti, si lancia dal balcone della camera d’albergo o della casa in affitto  in piscina, con risultati anche mortali; o  l’eyeballing che consiste nell’assunzione di vodka attraverso gli occhi, metodo che consente all’alcol di arrivare più velocemente  nel sangue attraverso le mucose. Inutile dire che le conseguenze possono essere molto gravi, dall’arrossamento, al bruciore, alla possibile lacerazione della cornea.

Annamaria Balistrieri

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