Il sindaco Stancanelli chiede soldi al presidente Mario Monti

Il sindaco Stancanelli chiede soldi al presidente Mario Monti

Il sindaco Stancanelli chiede soldi al presidente Mario Monti

Il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli ha mandato una lettera al presidente del Consiglio Mario Monti chiedendo dei soldi per la città etnea. Il sindaco è anche responsabile del ministero del’Economia e come tale ha voluto sollecitare il presidente a fare in modo che non tardino ad arrivare 40 milioni dallo Stato e 10 dalla Regione, credito già stanziato ma mai arrivato nelle casse del comune: “Se non verrà garantita l’erogazione delle spettanze dovute dai trasferimenti previsti – scrive Stancanelli nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio – circa 50 milioni di euro, il Comune di Catania non sarà più in grado di assicurare l’erogazione dei servizi essenziali, primi fra tutti quelli connessi al ciclo di smaltimento dei rifiuti, con evidenti riflessi di ordine pubblico e sulla salute e la sicurezza dei cittadini e si vedrà costretto a venir meno ai propri impegni nei confronti delle cooperative impegnate nell’erogazione dei servizi sociali, oltre che nei confronti dei propri dipendenti e delle società partecipate”. Molto critico invece l’ex sindaco di Catania, attuale senatore del Pd, Enzo Bianco, che dichiara: “Il nuovo allarme lanciato dal Comune di Catania sulla tenuta dei conti è sintomatico di una situazione che riguarda tutti gli enti locali. La tempesta finanziaria che si sta abbantendo sui Comuni italiani è figlia delle manovre economiche che negli ultimi anni con il governo di centrodestra hanno colpito gli enti locali di tutto il Paese. Ed è figlia di quel modello di federalismo fiscale imposto dalla Lega e avallato da tutto il centrodestra”. Bianco spiega che secondo lui “il problema è diffuso ed è il momento di fare un’azione corale affinché i Comuni abbiano un po’ di ossigeno e possano trovare le risorse per continuare ad offrire servizi adeguati ai cittadini. Mi impegnerò verso il governo e in Commissione affari costituazionali in Senato per proporre dei correttivi che possano permettere agli enti locali di non trovarsi con l’acqua alla gola”.

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