Angelina Jolie e il suo “Unbroken”: “Una storia di speranza”

Angelina Jolie e il suo "Unbroken": "Una storia di speranza"

Angelina Jolie e il suo “Unbroken”: “Una storia di speranza”

Angelina Jolie continua la sua avventura da regista con un nuovo lavoro a cui ha tenuto molto e che le è costato tanta fatica: Unbroken, il secondo film che ha girato dietro la cinepresa (dopo The land of blood and honey), è una pellicola che l’ha entusiasmata, anche perchè narra di una persona a lei molto cara: “Mi sono bastate due pagine di copione per capire che questo doveva essere il film che dovevo dirigere – ha dichiarato alla Repubblica – la Universal era riluttante, persino Brad (Pitt) era scettico su una risposta affermativa da parte degli studios, poi, dopo tre giorni di ansia, mi hanno dato l’ok per girare”. Unbroken parla della storia di Louis Zamperini, un corridore olimpionico americano protagonista, durante la seconda guerra mondiale, di un abbattimento aereo (era anche aviatore) e poi di una lunga detenzione in un lager giapponese, dove fu torturato e picchiato selvaggiamente. Il film è tratto dal romanzo biografico su Zamperini scritto da Laura Hillenbrand, Seabiscuit, ed è stato sceneggiato dai fratelli Coen.

Ha ottime chance di vincere qualche premio, intanto uscirà a Natale negli USA e a gennaio da noi. Ma c’è anche un dettaglio commovente: Zamperini, scomparso lo scorso 2 luglio a 97 anni ed interpretato nel film dall’attore Jack O’Connell, era anche vicino di casa della coppia Pitt – Jolie ed è stato amico e confidente di Angelina: “Dicono che non dovresti mai incontrare i tuoi eroi, ma io l’ho fatto ed è stato straordinario – ha raccontato con un filo di commozione – lui credeva che questo film andasse fatto e che poteva essere un messaggio di speranza, mi ha aiutato ad affrontare l’intervento chirurgico (la mastectomia per prevenire il cancro n.d.r.) e mi ha insegnato ad apprezzare la vita di ogni giorno“. Ma nelle sue dichiarazioni c’è spazio anche per altri maestri: “Nello stile di regia ho sentito molto l’influenza di Michael Winterbottom – ha spiegato – mentre con Robert De Niro ho imparato come un attore dirige altri attori e con Clint Eastwood ho capito come si può essere solidi ed economici”.

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