Beth, la storia della ragazza che dorme da quattro anni

Beth, la storia della ragazza che dorme da quattro anni

Beth Goodier, studentessa ventenne di Stockport, vicino Manchester, suo malgrado viene soprannominata “la bella addormentata britannnica”. La ragazza infatti soffre fin da quando aveva sedici anni della sindrome di Kleine-Levin, raro disturbo del sonno facente parte del gruppo delle ipersonnie ricorrenti. La malattia viene descritta per la prima volta nel 1925 da Kleine, successivamente Levin descrisse sette casi di persone in cui era presente l’ipersonnia che manifestavano una fame patologica. I successivi passi in avanti nella scoperta dei tratti rappresentativi della malattia furono compiuti da Hoffman e da Chritchley che nel 1962 notarono come caratteristica principale che il sesso maschile era quello colpito maggiormente e che l’età in cui si manifestava era dai dieci ai vent’anni, quindi nel delicato periodo dell’adolescenza, la fame eccessiva come già detto e la tendenza ad una guarigione spontanea. L’inizio della malattia può avvenire bruscamente o gradualmente ed il sonno può essere calmo o agitato cosi come il momento del risveglio caratterizzato o da ore in cui il paziente è in uno stato di apatia o di irrequietezza. Tutto questo accade a Beth, che a causa di questa terribile patologia è costretta a vivere sempre in casa, sotto il controllo della madre che per accudirla ha dovuto lasciare il lavoro, senza poter frequentare il college o semplicemente vivere le esperienze della sua età. Qualcosa per sentirsi viva e far conoscere la sua malattia e sensibilizzare cosi l’opinione pubblica Beth è riuscita a farla, infatti durante le ore in cui riesce a stare sveglia comunica attraverso dei video su Youtube in cui dichiara di volerlo fare per sentirsi produttiva per la società. Un piccolo passo è riuscita a farlo ed un gruppo di genitori britannici ha istituito un’ente benefico KlS SUPPORT UK a sostegno dei malati nel mondo che sono più di mille. Un piccolo inizio per una strana malattia che ti annulla completamente e che come altro effetto ha quello di far cadere ogni freno inibitore e scatenare cosi una ipersessualità sfrenata.

Gli episodi che possono durare anche settimane si verificano a distanza di un anno per poi essere sempre più brevi e scomparire poi del tutto. Di questo aspetto della malattia Beth è ben consapevole, ma il fatto che questa duri in media tredici anni è solo un sollievo che non le può fare dimenticare il vuoto di questi anni e gli attimi di felicità che la sindrome di Kleine-Levin le ha rubato.

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