Tappo antirabbocco obbligatorio per chi ha attività di ristorazione

Tappo antirabbocco obbligatorio per chi ha attività di ristorazione

Novità nell’utilizzo delle oliere nei bar, ristoranti e mense. Da oggi è obbligatorio l’uso del tappo antirabbocco. La Coldiretti ha annunciato la novità che ha diverse finalità. Regolata dalla legge europea 213 bis, la nuova normativa non riguarda gli oli utilizzati nelle cucine e nelle preparazione delle vivande. Multe fino a 8mila euro per chi contravviene alla legge. Con il tappo antirabbocco cambia anche il contenitore: dotati di meccanismo di chiusura in maniera che il contenuto non possa essere modificato o alterato ed evitare anche che l’involucro rimanga aperto dopo l’utilizzo. I dispositivi sono inoltre etichettati. Importante che nei contenitoro dovranno apparire visibili e riconoscibili le differenze dei diversi oli, in base alle provenienze e composizioni.

Con queste accortezze si vogliono evitare che oli spacciati per extravergini d’oliva, quelli cioè più di qualità e che nuocciono meno alla salute, siano ancora presenti sulle tavole dei ristoranti. Più igiene e rispetto dei prodotti a tavola quindi nei nostri prodotti a tavola, dove l’Italia ha svolto appieno il suo ruolo di guida in Europa nel recepire la normativa.

Il rilancio della tutela dell’olio extravergine d’oliva arriva proprio quest’anno che in Italia, causa maltempo, si è avuta una drastica riduzione della produzione dell’olio (meno 35%, intorno alle 300mila tonnellate in meno). Calo del raccolto che non ha risparmiato anche l’Europa, con in particolare la Spagna, stato leader nel mondo, che si è visto dimezzare la sua produzione. Nel nostro Paese l’effetto principale che si è verificato è un aumento dell’importazione di oli di oliva esteri del 45%, in particolare provenienti da Nord Africa e Medio Oriente, dove non sempre sono presenti gli standard qualitativi nostrani. Sempre più spesso l’etichetta degli oli che acquistiamo riportano la dicitura “ottenuto da miscela di oli comunitari ed extracomunitari”.

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