Fabrizio Corona, Cassazione dice no a sconto di pena

Fabrizio Corona, Cassazione dice no a sconto di pena

La Corte di Cassazione appioppa un sonoro no a Fabrizio Corona: l’ex re dei paparazzi dovrà scontare 13 anni e due mesi di carcere e non più 9 anni, come precedentemente stabilito dal gip lo scorso febbraio, e contro il quale il pm del tribunale di Milano aveva presentato ricorso, quest’ultimo accettato in buona parte dalla Cassazione. Niente sconto di pena, quindi, per Corona, già detenuto da due anni nel carcere milanese di Opera. I giudici hanno quindi rinviato al gip del tribunale di Milano il ricalcolo del cumulo di pena totale ed hanno inoltre condannato l’ex fotografo al pagamento delle spese processuali: “Si annulla l’ordinanza impugnata e si rigetta il ricorso di Corona Fabrizio, che si condanna al pagamento delle spese processuali” si legge, tra le altre cose, nella sentenza. Ad ogni modo, la sentenza della Corte Suprema potrebbe influire sulla decisione del tribunale di Sorveglianza di Milano circa la possibilità che l’ex paparazzo possa scontare i restanti 6 anni e 8 mesi del cumulo di pena ai domiciliari oppure in una comunità; la richiesta è stata depositata dai suoi legali in seguito agli accertamenti sulla salute psico – fisica di Corona durante il regime carcerario. Fabrizio Corona al momento starebbe soffrendo di stati di depressione, ansia e attacchi di panico; il collegio ha accettato di effettuare una perizia psichiatrica. Per il legale di Corona Ivano Chiesa questa è una piccola vittoria. L’incarico sarà affidato il prossimo 11 febbraio ad un medico che dovrà verificare se gli accertamenti già effettuati su Corona corrispondono al vero; secondo il dottor Riccardo Pettorossi, che lo ha visitato, l’ex re dei paparazzi soffre di una patologia “narcisistica” e “borderline”: il primo disturbo lo porta a convincersi di essere al di sopra degli altri, anche se poi ne cerca la costante ammirazione, il secondo gli fa provare delle emozioni eccessive e mutevoli. Don Mazzi si è già detto disponibile ad accoglierlo nella sua comunità.

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