Grecia, sabato è stato il giorno del silenzio prima delle elezioni

Grecia, sabato è stato il giorno del silenzio prima delle elezioni

Oggi si vota in Grecia, ma ieri è stato il giorno dell’ansia, dell’attesa oppure della quiete prima della tempesta, normale pensarlo dopo le dichiarazioni forti di Alexis Tsipras a proposito dell’austerity nei giorni scorsi. Quel che è certo è che la maggioranza del popolo greco è consapevole che la chiamata alle urne di oggi potrebbe comportare un cambiamento epocale nell’arcipelago ellenico. I sondaggi elettorali danno in testa da settimane il partito Syriza (Sinistra radicale) e il suo leader Alexis Tsipras, mentre il presidente uscente Antonis Samaras di Nuova Democrazia (Centrodestra) è in seconda posizione, quasi ad inseguire la probabile vittoria di Tsipras. Anche se quella di ieri è stata la giornata del silenzio elettorale, i militanti di tutti i partiti hanno cercato di attrarre nelle rispettive file un 10-15 % di popolazione ancora indecisa per quanto riguarda il futuro. Sanno benissimo che oggi è un giorno importante, per questo nei giorni scorsi avevano richiesto al ministero centinaia di migliaia di schede elettorali prestampate da distribuire. Questo perchè in Grecia le modalità di voto funzionano così: al seggio ci si può portare da casa la lista della formazione per la quale si intende dare la preferenza per metterla direttamente nell’urna, segnando la croce sul nome del candidato del partito una volta arrivati al seggio. Ad Atene, in piazza Syntagma era stato allestito lo stand di Samaras, a pochi metri dal Parlamento, mentre Tsipras ha scelto di compiere iniziative di solidarietà nei quartieri popolari, facendo un giro per le mense e gli ambulatori sociali; alcuni di questi sono finanziati da Syriza unitamente al partito di destra Greci Indipendenti. Come mai? Entrambi i partiti rifiutano l’austerity. Dalla campagna elettorale ne sono usciti apparentemente indeboliti il partito socialista Pasok e i neonazisti di Alba Dorata; il primo, accreditato al 5 percento, ha risentito di un’emorragia di militanti verso le file di Syriza e ha pagato il prezzo più alto dell’uscente governo di coalizione di centrodestra, i secondi perchè buona parte del vertice è in carcere, accusato di associazione a delinquere. Infatti la loro propaganda è stata quasi nulla, concentrata nei piccoli centri e nelle strutture private, anche se l’estrema destra si trova al terzo posto nei sondaggi. Eppure sono sicuri di un fatto: “Vincerà Syriza, poi fallirà ed allora subentreremo noi” assicurano.

Impostazioni privacy