Isis: secondo gli 007 l’Italia è un reale potenziale obiettivo

Isis: secondo gli 007 l'Italia è un reale potenziale obiettivo

Secondo i servizi segreti l’Italia è potenzialmente un obiettivo di attacchi terroristici in quanto epicentro della cristianità. Inoltre almeno cinquanta combattenti italiani sarebbero pronti ad unirsi alle migliaia di ‘foreign fighters’ di tutto il mondo. I rischi maggiori il nostro paese li correrebbe soprattutto dalle donne: madri, mogli, sorelle, e figlie di combattenti pronte a tutto per mettersi il luce in termini di eroismo o fanatismo religioso, che a diventare le nuove martiri ci metterebbero poco pochissimo tempo. Ma quando e dove potrebbero colpire il nostro paese i terroristi di matrice islamica? La prima data possibile è sicuramente il primo maggio quando a Roma per il concerto arrivano nella capitale milioni di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia. Oppure sempre il primo maggio, a Milano, in occasione dell’inaugurazione dell’Expo che porterà nel milanese milioni di persone provenienti da tutto il mondo. I nuovi mujaheddin non hanno nulla a che vedere con quelli del passato: sono giovani ed esperti di informatica, come ad esempio il boia londinese, Jihadi John, laureato proprio in informatica. Il nuovo centro di reclutamento? Internet. L’isis comunica quasi esclusivamente in rete facendo propaganda e minacce a chi preso di mira. I foreign fighters andati a combattere in Siria sarebbero oltre 3.500 provenienti dai balcani. Al momento riguardo all’Italia non vi sarebbe alcuna minaccia specifica anche se i maggiori pericoli potrebbero arrivare proprio dalla Libia.

Secondo Angelino Alfano, ministro degli interni, il paese non sarebbe a rischio. Si contano ventuno sospettati di matrice terroristica islamica, espulsi dall’Italia dall’inizio dell’anno. Per l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini invece, la minaccia da parte dei terroristi contro il nostro paese è reale «ma va affrontata con lucidità, senza creare panico. Serve innanzitutto la possibilità per la Libia di agire contro il terrorismo». Inoltre «gli attacchi che ci sono stati su territorio europeo sono stati fatti da cittadini europei, nati e cresciuti in Europa».

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