Renzi: “Nessun aumento di tasse e 10 miliardi dalla spending review”

Renzi: "Nessun aumento di tasse e 10 miliardi dalla spending review"

Nel Documento di Economia e Finanza non c’è traccia di aumenti di tasse e neppure di tagli alle prestazioni dei cittadini, con una riduzione costante della pressione fiscale. Parola di Matteo Renzi: durante la conferenza stampa che segue il termine di un Consiglio dei Ministri convocato ieri a Palazzo Chigi, il premier ha fornito l’esame preliminare del Def che sarà definitivamente varato nella riunione di venerdì prossimo. Renzi ha poi specificato che gli unici tagli saranno quelli relativi alla spending review, nell’ambito del programma di razionalizzazione della spesa pubblica: “Essa varrà lo 0,6 del Pil – ha detto Renzi – più o meno 10 miliardi, anche se pensiamo ci sia un margine migliore, uno spazio per tagliare 20 miliardi”. Questa revisione, ha puntualizzato, serve solo ad utilizzare meglio i soldi dei cittadini; si tratta, quindi, di “riduzione della spesa, non intervento sulla carne viva dei cittadini italiani”. I tagli finora fatti, andando nello specifico, sono arrivati a 18 miliardi nel 2015, inoltre Renzi ha aggiunto che “se saremo nelle condizioni”, le tasse potrebbero venire ridotte nel 2016. Dei numeri presenti nel Documento ha invece parlato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: “L’economia italiana risulta oggi migliore – ha dichiarato – rispetto persino a quello che si pensava appena qualche mese fa, per fattori esogeni e meriti propri. Il Def è un ambizioso programma di riforme strutturali, che sarà portato avanti in un quadro già tracciato e con uno scenario macroeconomico migliorato. Se si consolida la fiducia delle famiglie e delle imprese dopo quella dei mercati, le aspettative potrebbero essere sbagliate per difetto”. Ma, in ogni caso, Padoan ha precisato che la prudenza è d’obbligo, tenendo conto che il Pil dei prossimi tre anni sarà di + 0,7 % nel 2015, di + 1,4 nel 2016 e di + 1,5 nel 2017. Per l’indebitamento, il rapporto deficit – Pil si potrebbe assestare anche all’1,7 % nel 2017, dal 2,6 di quest’anno.

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