Fitto a Berlusconi: “Ridicolo parlare di modello repubblicano”

Fitto a Berlusconi: "Ridicolo parlare di modello repubblicano"

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, durante l’incontro con i candidati delle liste in Puglia a palazzo Grazioli ha detto che “a causa degli alleati non ho potuto fare con i miei governi la rivoluzione liberale che avevo in mente”, sottolineando inoltre che “dobbiamo cominciare a far capire agli elettori non di sinistra che non si può andare avanti così. Gli italiani dal 1948 ad oggi non hanno mai imparato a votare”. Secondo l’ex premier “bisogna convincere gli elettori che devono votare per un unico grande partito, è un reato oggi non andare a votare perché non siamo più in una democrazia. L’esempio a cui dobbiamo rifarci è la più grande democrazia del mondo: l’America. Dobbiamo fare un gran partito repubblicano”. La risposta al leader di FI arriva direttamente dal partito stesso, con Raffaele Fitto, europarlamentare di Forza Italia, e antagonista di Berlusconi, che attraverso una nota pubblicata sul suo sito ufficiale, ha spiegato che “da giorni, Silvio Berlusconi e il suo “cerchio” (che inspiegabilmente viene definito “magico”) evocano la prospettiva di un partito sul modello dei Repubblicani Usa, tesi che, notoriamente, noi sosteniamo da un anno! Segnalo però a Berlusconi che nel Partito Repubblicano americano ci sono le primarie, e la leadership è contendibile. E non sono due dettagli, ma due elementi costitutivi e fondanti”.

“Parlarne nei termini in cui fa” Berlusconi “con il suo cerchio, è un modo per precludere e impedire il progetto, e togliergli ogni credibilità, come dimostrano i primi importanti rifiuti giunti oggi. Sarà bene chiarire che è ridicolo parlare di “modello repubblicano” se invece il meccanismo che si ha in mente e che viene costantemente praticato è quello – più o meno – dei “club Forza Silvio”. Infine “colgo l’occasione per precisare un altro tema: Silvio Berlusconi e i suoi, da giorni, definiscono l’Italicum una “legge autoritaria”. Resta da capire perché abbia voluto votarla al Senato, nonostante che, in tanti, gli avessimo fino all’ultimo consigliato di non cedere. Invece decise di cedere, peraltro alla vigilia delle votazioni sul Quirinale, a tutto vantaggio di Renzi”.

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