Italiani rapiti in Libia, Alfano: “Forse collegamento a lotta agli scafisti”

Italiani rapiti in Libia, Alfano: "Forse collegamento a lotta agli scafisti"

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ieri è tornato a parlare riguardo la vicenda dei quattro tecnici italiani rapiti in Libia: “Non credo che possiamo escludere una pista e nessuno può dire se il rapimento possa essere attribuito alla lotta agli scafisti”. Il ministro ha voluto commentare così l’ipotesi, ventilata ieri, secondo cui i nostri quattro connazionali rapiti nel Paese nordafricano potrebbero venire usati come merce di scambio al fine di liberare uno o più scafisti detenuti in Italia. Anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha voluto fare una dichiarazione mentre era in visita ufficiale a Malta, definendo il sequestro dei quattro tecnici “una ferita aperta che speriamo si possa risolvere nel più breve tempo possibile”. “Tutti sono nel mirino – ha aggiunto il presidente della Repubblica – è nel mirino qualunque Paese che si batta per la tolleranza, la civiltà e il rispetto della vita umana”. Secondo alcune ipotesi, Pollicardo, Piano, Calcagno e Failla potrebbero essere stati portati in una zona desertica; è quanto sostenuto dal quotidiano online libico “Akhbar Libia24”. Secondo il sito, che si basa su fonti provenienti dalla città di Sabrata, nel nord ovest della Libia, i quattro sarebbero stati portati nel deserto, in cui è più facile trovare nascondigli e fare qualsiasi cosa senza temere nulla. Sempre secondo le fonti, “i rapitori hanno fatto scendere gli italiani dalla loro macchina e li hanno costretti a salire su un’ altra auto intimandogli di abbandonare lì i loro telefoni cellulari. L’autista dell’auto degli italiani è stato legato ed abbandonato nel deserto”. Secondo il Comando generale delle forze armate libiche, responsabili del rapimento degli italiani sarebbero le milizie di Zuara, legate alla coalizione Alba della Libia, che hanno intenzione di scambiarli con alcuni scafisti libici detenuti in Italia.

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