Premier Renzi sull’omicidio stradale: “Firmerò la legge con le famiglie delle vittime”

Premier Renzi sull'omicidio stradale: "Firmerò la legge con le famiglie delle vittime"

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella e-news settimanale inviata ai suoi sostenitori, riguardo la legge sull’omicidio stradale da poco passata in Parlamento ha dichiarato che la legge a firmerà in settimana “insieme alle associazioni delle famiglie. Il pensiero andrà a loro, ai loro figli che dalla sera alla mattina sono stati portati via all’improvviso. A questo dolore che non ha un nome ma che spacca il cuore”. “Lo farò per Lorenzo e per tutta la famiglia Guarnieri che da Firenze ha fatto partire sei anni fa una raccolta di firme su questo, trasformando o forse solo mitigando la rabbia in generosità, il dolore in speranza. E lo farò pensando agli amici di Lorenzo, sapendo che questa legge non lo riporterà in vita, ma forse potrà dare a questi giovani più fiducia e più speranza nelle istituzioni e nella Politica, con la P maiuscola”. In conclusione il premier ha detto che “era una promessa, adesso è una legge, partita dal basso, firmata da migliaia di persone nelle parrocchie, nelle scuole, nelle società sportive. Quando il popolo si impegna, i risultati arrivano. E questo Paese oggi è un Paese un po’ più serio, anche grazie al vostro impegno”.

Sulla guerra in Libia
Secondo Renzi “i media si affannano a immaginare scenari di guerra italiana in Libia che non corrispondono alla realtà”. “Questo non è il tempo delle forzature – ha aggiunto il segretario del Pd – ma del buon senso e dell’equilibrio”. “A maggior ragione dopo ciò che è accaduto a Sabrata dove due nostri connazionali, in ostaggio di milizie irregolari ormai da mesi, hanno perso la vita in circostanze tragiche, ancora da chiarire completamente. I loro due colleghi sopravvissuti stanno rientrando in Italia in queste ore”. “La situazione in Libia è sempre molto delicata. Il lavoro delle Nazioni Unite per raggiungere un accordo solido e stabile sul governo è ancora in pieno svolgimento. Abbiamo bisogno di una soluzione equilibrata e duratura. Solo a quel punto potremo valutare, sulla base della richiesta di un governo legittimato, un impegno italiano, che comunque avrebbe necessità di tutti i passaggi parlamentari e istituzionali necessari. Dunque questo non è il tempo delle forzature, ma del buon senso e dell’equilibrio”, ha detto infine il premier.

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