L’ex magistrato Di Pietro: “Esistono buoni e cattivi, non partiti buoni e partiti cattivi”

Secondo Antonio Di Pietro «è sempre sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Il paragone tra PD e M5S è esagerato. Io facevo il ministro nel governo Prodi, mi sono dimesso 12 minuti dopo che mi avevano detto che mi sarebbe arrivato un avviso di garanzia e lo rifarei»

L'ex magistrato Di Pietro: "Esistono buoni e cattivi, non partiti buoni e partiti cattivi"

Antonio Di Pietro, ex magistrato ed ex politico attraverso un’intervista su Radio Cusano Campus ha detto la sua sul caso Pizzarotti e sulla questione morale che all’improvviso pare essere esplosa all’interno del Movimento Cinque Stelle: «Esistono i buoni e i cattivi, non i partiti buoni e i partiti cattivi. Detto questo è sempre sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Il paragone tra PD e M5S è esagerato. Poi bisogna capire se stiamo parlando di una porcata o meno. Io non conosco gli atti, so che la procura farà il proprio dovere. Di per sé per un avviso di garanzia non ci si deve dimettere, poi ognuno si regola secondo coscienza. Io facevo il ministro nel governo Prodi, mi sono dimesso 12 minuti dopo che mi avevano detto che mi sarebbe arrivato un avviso di garanzia e lo rifarei».

Reato di abuso d’ufficio
Di Pietro ha spiegato che «una cosa è che verifichino quello che hai fatto, una cosa è se veramente hai commesso un abuso d’ufficio. Tenete presente che l’abuso d’ufficio era un reato che ho sempre considerato come una sconfitta per le istituzioni. Sul piano tecnico, detto alla dipietrese, l’abuso d’ufficio è uno che ha una funzione pubblica e non fa quel che deve fare o fa quel che non deve fare, ma lo fa volontariamente. Se qualcuno fa un abuso d’ufficio secondo me lo fa per un tornaconto. E questo si chiama corruzione, perché se uno fa abuso d’ufficio lo fa per averne un vantaggio».

Banca Etruria
«C’è un conflitto d’interessi di tutto il governo. Se c’è l’interesse personale di uno dei ministri che si trova in una situazione imbarazzante e tutto il governo prende una decisione che lo aiuta ad uscirne fuori, c’è un qualcosa che non mi convince. La Boschi si doveva dimettere. Una cosa è che la colpa dei padri non deve ricadere sui figli, una cosa è che tutto il governo, figlia inclusa, facciano qualcosa per aiutare il padre».

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