Vittorio Feltri su Dario Fo: “Non ci si può stracciare le vesti perché muore un 90enne”

Feltri: «La cosa più divertente è che questo signore ha avuto un Nobel per motivi che non si sono mai ben capiti». »Ha fatto la sua vita, criticabilissima finché si vuole, ma non ci si può stracciare le vesti perché un novantenne muore. E’ la cosa più naturale del mondo morire»

Vittorio Feltri su Dario Fo: "Non ci si può stracciare le vesti perché muore un 90enne"

Vittorio Feltri, direttore di Libero, ai microfoni di Radio Cusano Campus, su Dario Fo non ha lesinato critiche: «Un uomo di 90 anni se anche muore non si può dire che sia stato soffocato dalla balia. Ha fatto la sua vita, criticabilissima finché si vuole, ma non ci si può stracciare le vesti perché un novantenne muore. E’ la cosa più naturale del mondo morire. E’ naturale che anche lui giunto a un certo punto se ne sia andato. Può dispiacere o no. La cosa più divertente è che questo signore ha avuto un Nobel per motivi che non si sono mai ben capiti, tutti sanno che Dario Fo è stato un ragazzo di Salò e oggi lo salutiamo come il nonno di Salò. Non abbiamo nessun astio nei suoi confronti ma neanche una smisurata ammirazione. Quando dirigevo l’indipendente spesso mi veniva a trovare in redazione, l’uomo era anche molto simpatico, aveva un talento da guitto fuori discussione. Il Nobel a Dario Fo fu dato per la letteratura, io sinceramente non ho mai letto nulla di definitivo di Dario Fo, che con la letteratura non aveva molta dimestichezza. E’ stato un buon attore, un guitto stupendo, ma non aveva nessuna dimestichezza con la letteratura. Chi è fanatico a 18 anni lo è anche a 90. Cambia il genere del fanatismo, ma il fanatismo è per molte persone un’esigenza dell’anima. Se Dario Fo non fosse stato estremista non avrebbe dato senso alla sua vita».

Vittorio Feltri sul referendum
«Non credo che il richiamo alla sobrietà di Mattarella verrà ascoltato. Ormai il referendum non è più una scelta sulla Costituzione, ma sulla persona di Renzi. Chi vuole mandarlo a casa vota no, chi lo apprezza vota sì. L’informazione sul referendum non è riuscita a sfondare il muro dell’ignoto, molta gente pensa che la legge costituzionale sia l’italicum, altri non sanno come possa incidere questa riforma. Siamo nella più completa confusione e sono convinto che la stragrande maggioranza degli italiani non sia edotta circa le conseguenze del sì e del no. Del resto la materia è anche complessa, io sono contrario al referendum confermativo in cui non esiste il quorum. Siamo in una situazione che se non fosse drammatica sarebbe comica».

«Mi stupisce che molti del Pd abbiano votato la riforma di Renzi per diverse volte e a distanza di un anno in prossimità del referendum abbiano cambiato idea. Lo stesso vale anche per Forza Italia. C’è una mancanza di coerenza che non è mai stata spiegata, se non con degli argomenti che non mi sembrano convincenti. Brunetta che grida viva D’Alema fa capire l’assurdità della questione. Che D’Alema e Brunetta siano d’accordo dovrebbe indurre a fare qualche riflessione. Tutti quelli che voteranno no saranno d’accordo con Cuperlo e Bersani. Va tutto bene, per carità, ma nessuno ci può impedire di farci una risata davanti a questo pasticcio. Io non andrò neanche a votare, non voglio immischiarmi in questa rissa da osteria che mi pare indegna di questo paese. Avrei voluto votare sì sul titolo quinto, ma ho deciso di non andare a votare perché mi ripugna questa rissa indegna che è lo specchio deformante del nostro Paese, che non riesce mai a fare una cosa per fare una cosa ma la fa solo per fare dispetto a qualcuno».

Impostazioni privacy