Yara, svolta nelle indagini: dna dell’assassino

Yara, svolta nelle indagini: dna dell'assassino

Yara, svolta nelle indagini: dna dell’assassino

CATANIA, 15 giugno 2011 – Svolta nelle indagini nel caso di omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra (in provincia di Bergamo), scomparsa il 26 novembre scorso e trovata morta tre mesi dopo a Chignolo d’Isola: pare infatti che sia stato isolato il dna dell’assasino. Ricordiamo che sul corpo della piccola erano stati trovati quattro diversi profili genetici, tre dei quali, uno maschile e due femminili, due su un guanto e uno sul giubbotto della vittima, definiti suscettibili di contaminazione casuale, e che sembrerebbero appartenere ai soccorritori e all’istruttrice di ginnastica ritmica; il quarto invece è stato ritrovato su un indumento intimo, ed è non suscettibile di contaminazione casuale e quindi “altamente indiziario”, come definito dagli investigatori. Da quanto emerge dalle analisi svolte, l’assassino sarebbe un uomo, bianco, e avrebbe tentato di violentare la vittima prima dell’omicidio, senza però riuscirci.
Il confronto del dna con i 2500 profili nelle mani degli investigatori non ha però prodotto ancora alcun risultato: pare infatti non ci siano coincidenze fra il dna appartenente all’assassino e quelli rilevati negli ultimi tre mesi. Intanto sono state sottoposte al test del dna anche quattro persone di Piacenza perché i loro cellulari avrebbero agganciato le celle di Brembate Sopra e di Chignolo d’Isola la sera in cui la tredicenne scomparve e venne uccisa.
Di certo è da escludere a questo punto l’ipotesi del branco, definita tra l’altro dal pm Letizia Ruggeri “demenziale”. L’ipotesi invece che resta viva è che la piccola Yara conoscesse il suo assassino: secondo una possibile ricostruzione l’uomo avrebbe offerto alla vittima un passaggio a casa all’uscita dalla palestra.

Annamaria Balistrieri

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