Addio a Richard Attenborough, regista di “Gandhi” e “Charlot”

Addio a Richard Attenborough, regista di "Gandhi" e "Charlot"

Addio a Richard Attenborough, regista di “Gandhi” e “Charlot”

Si è spento, all’età di 90 anni, il regista e attore inglese Sir Richard Attenborough; a darne notizia è stato il figlio Michael. Quella di Attenborough era stata una carriera lunga oltre mezzo secolo, iniziata a teatro nel 1943 e terminata nel 2011, quando aveva ufficialmente annunciato il ritiro dalle scene. Come regista aveva diretto due cinebiografie memorabili nel segno della grandiosità, Gandhi (1983) dedicata alla vita del Mahatma, e Charlot (1992) biografia – fiume, oltre che monumento al grande Charlie Chaplin. Come attore non era stato da meno, lasciando sul grande schermo alcune interpretazioni memorabili: La grande fuga (1963) con Steve McQueen e Il volo della fenice (1965) al fianco di James Stewart. Aveva interpretato inoltre, dopo molti anni di pausa, il miliardario John Hammond nel mitico Jurassic Park (1993) di Steven Spielberg, era tornato nel sequel Il mondo perduto (1998), ed era apparso anche in Miracolo nella 34° strada (1994) e in Elizabeth (1998) insieme a Cate Blanchett. Nato a Cambridge nel 1923, aveva combattuto durante la guerra per la Royal Air Force per poi passare alle riprese aeree dell’esercito presso gli studi Pinewood; nel 1943 aveva esordito a teatro, divenendo in pochi anni uno degli attori più conosciuti della scena britannica, per poi passare al cinema. Dopo aver fondato una propria casa di produzione, la Beaver Films, si era buttato nella regia nel 1969, facendosi notare soprattutto per i film su grandi personaggi inglesi e non: oltre che i già citati Gandhi (per il quale vinse due Oscar, miglior regia e miglior film) e Charlot, aveva prodotto anche Gli anni dell’avventura (1972) dedicato a Winston Churchill. Ma aveva diretto anche un ancora poco conosciuto Anthony Hopkins nell’ottimo e inquietante Magic (1978).

Attenborough era anche conosciuto per le donazioni beneficiarie: era stato presidente, per trentatrè anni, di una campagna per raccogliere fondi per la lotta alla distrofia muscolare. Nella sua vita c’era stato anche un gravissimo lutto: nel 2004, la figlia Jane e la nipote 15enne Lucy erano morte a seguito dell’apocalittico tsunami abbattutosi sulle coste della Thailandia, mentre si trovavano in vacanza. Era sopravvissuto solo il nipote Samuel, ma era rimasto gravemente ferito. Era stato anche ambasciatore dell’ Unicef.

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