Parolisi assolto da violata consegna in caso di abusi su soldatesse

Parolisi assolto da violata consegna in caso di abusi su soldatesse

Parolisi assolto da violata consegna in caso di abusi su soldatesse

Salvatore Parolisi è stato assolto ieri pomeriggio dall’accusa di violata consegna; il tribunale militare di Roma lo ha assolto con formula piena nell’ambito di un’ inchiesta, che coinvolge alcuni militari, su presunti casi di abusi su soldatesse e di rapporti sessuali tra allieve e istruttori, che si sarebbero consumati all’interno delle mura della caserma “Clementi” di Ascoli Piceno. Il caporalmaggiore dell’esercito era accusato di mancata sorveglianza. Parolisi è attualmente in carcere dove sta scontando 30 anni per l’efferato omicidio della moglie Melania Rea, avvenuto il 20 aprile 2011 a Civitella del Tronto (Teramo), e proprio durante le indagini del delitto erano venute fuori alcune voci su presunti comportamenti anomali tenuti da alcuni istruttori interni al 235° Reggimento Piceno di Ascoli, lo stesso reparto di Parolisi.

Scagionato anche dall’ex amante Ludovica Perrone
Dodici militari erano finiti al centro di un’inchiesta, in cui si contestava loro anche accuse gravi, come aver percosso alcune giovani allieve donne; un caso, questo, che ha coinvolto un istruttore in particolare, arrivato poi davanti al gup di Ascoli Piceno. A ogni modo, Parolisi doveva solo di rispondere di aver ricevuto alcune soldatesse della caserma “Clementi” nel suo ufficio e di aver in quella circostanza offerto loro da bere. Ma a scagionarlo da quest’accusa è arrivata la testimonianza di Ludovica Perrone, la soldatessa con la quale il caporalmaggiore aveva una relazione. Relazione che, secondo l’impianto accusatorio, aveva portato Parolisi ad uccidere la moglie Melania. “Si tratta di fatti veniali e non di reati, e comunque agli atti non risulta chi fossero queste allieve, nè chi avrebbe riferito questo episodio e neppure se esso sia mai realmente accaduto, tant’è che il tribunale ha deciso di assolvere il mio cliente” è stato il commento a caldo dell’avvocato Federica Benguardato, che assiste il militare campano.

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