Espatri per l’estero, gli italiani superano gli stranieri in arrivo in Italia

Espatri per l'estero, gli italiani superano gli stranieri in arrivo in Italia

E’ un vero e proprio esodo quello degli italiani che decidono di espatriare per andare a lavorare all’estero: oltre 94mila nel solo 2013, una cifra che ha addirittura superato quella dei lavoratori stranieri immigrati in Italia, che sono 43mila all’anno, precisamente la metà. E’ quanto emerge dal “Rapporto Italiani nel Mondo”, pubblicato dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana; secondo i dati raccolti, sono 4.482.115 gli italiani che risiedono all’estero, 141mila iscritti all’anagrafe in più rispetto al 2013, quindi il 3,1 per cento nell’ultimo anno. La maggioranza delle iscrizioni riguardano l’espatrio e la nascita.

La maggior parte degli emigrati è costituita da uomini, ma aumentano anche le donne
Durante il 2013, sono emigrati all’estero almeno 94.126 italiani, con un saldo positivo di 15mila partenze, una variazione del + 16.1 per cento. Per la maggior parte si tratta di uomini, celibi nel 60 per cento dei casi e coniugati nel 34,3 per cento, l’età più rappresentata è ovviamente quella giovanile (18-34 anni) nel 36,2 per cento dei casi. Ma c’è anche una forte percentuale di quarantenni ed anche di cinquantenni, a riprova che le vere cause dell’espatrio siano la recessione e la disoccupazione. Anche le donne, comunque, formano una percentuale cospicua dei connazionali all’estero, ma il loro numero varia da regione a regione: ad esempio, province come Ancona e Trieste presentano molte donne tra gli emigrati, almeno il 51,1 per cento, poi ci sono Fermo e Pordenone. A sorpresa, l’Argentina è la tappa più ambita per le nostre lavoratrici espatriate. La regione con più donne partite è il Friuli Venezia Giulia, con il 50,3 per cento sul totale di emigrati. Per quanto riguarda i Paesi di destinazione, il Regno Unito si conferma la tappa preferita dagli italiani, con una crescita del 71,5 per cento rispetto al 2013 (12.933 nuovi iscritti). Seguono poi la Germania con un + 11 per cento di crescita, la Svizzera (+ 15,7 per cento) e la Francia (+ 19 per cento).

Impostazioni privacy