Scomparsa Virna Lisi, grande attrice italiana che rifiutò Hollywood

Scomparsa Virna Lisi, grande attrice italiana che rifiutò Hollywood

Virna Lisi ci ha lasciati ed un altro grave lutto si abbatte sullo spettacolo italiano. La notizia della morte dell’attrice marchigiana 78enne è stata resa nota dal figlio Corrado, avuto dall’amatissimo marito Franco Pesci, che ha detto che la madre si è spenta serenamente nel sonno dopo aver scoperto, appena un mese fa, di avere un tumore. I funerali avranno luogo sabato mattina, alle 10.30, a Roma nella chiesa di San Bellarmino in piazza Ungheria. Se n’è andata così un’altra grande diva del nostro cinema, dagli occhi di cerbiatta e il viso di porcellana, che aveva fatto colpo persino sui mogul hollywoodiani; nata ad Ancona nel 1936, il suo nome di battesimo doveva essere Siria, ma l’anagrafe di epoca fascista si rifiutò di registrarla sostenendo che la Siria non era un alleato dell’Italia del Ventennio. Il padre Ubaldo, commerciante di piastrelle di marmo, si inventò su due piedi il nome Virna senza sapere che era un nome realmente esistente. Trasferitasi giovanissima con la famiglia (il vero cognome era Pieralisi) a Roma, Virna inzia a bazzicare nel mondo del cinema a 14 anni, scoperta da un amico di famiglia che la presentò al produttore Antonio Ferrigno; fu lui a suggerirle lo pseudonimo Virna Lisi. Dapprima recita in alcuni film strappalacrime, il più delle volte sceneggiate napoletane, ma il successo arriva a 18 anni con la commedia “Le diciottenni” (1955) di Mario Mattoli, al fianco di Marisa Allasio, e con il film di Antonio Pietrangeli “Lo scapolo”, insieme ad Alberto Sordi. Alla fine degli anni cinquanta debutta in tv, all’interno del mitico Carosello, per la pubblicità del dentifricio Chlorodont e il suo bellissimo sorriso conquista gli italiani. Una bellezza così perfetta non poteva certo restare confinata negli spot e per Virna si aprono le porte degli sceneggiati tv nonchè delle commedie come “Totò, Peppino e le fanatiche”. Gli anni sessanta segneranno il suo trionfo in Italia e all’estero, ma saranno anche il momento dell’amore: nel 1960, la Lisi sposa l’imprenditore Franco Pesci (allora presidente della Roma) e nel 1962 darà alla luce l’unico figlio Corrado, che poi la rese nonna di tre nipoti. Si fa notare soprattutto nelle grandi commedie all’italiana, insieme ad Ugo Tognazzi, Totò, Aldo Fabrizi, Renato Rascel, Monicelli e Germi, con il quale lavorerà nel 1965 nel bellissimo “Signore e Signori”, il film che la portò a Hollywood.

Hollywood, la delusione e il ritorno in Italia
A metà anni sessanta, la Lisi andò a vivere a Los Angeles con il marito e il figlio e firmò un prestigioso contratto per sette anni con la Paramount. Ma, nonostante il lavoro con attori del calibro di Jack Lemmon e Tony Curtis ed un insistente corteggiamento da parte di Frank Sinatra (al quale disse no), lo star system hollywoodiano cominciò presto a starle strettino, tra imposizioni e regole nuove di vita oltre a ruoli ripetitivi di biondona svampita e facilotta, e decise di lasciare dopo tre anni, rifiutando il ruolo di “Barbarella” (andato poi a Jane Fonda) e ritornando in Italia con la famiglia, nonostante le minacce di azioni legali da parte degli studios. Di nuovo a casa, l’attrice riprese a lavorare con grande ritmo, alternando ruoli comici o drammatici, tra Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania, lavorando sempre con i migliori attori e registi e vincendo, nel 1977, il Nastro d’Argento per il film “Al di là del bene e del male” di Liliana Cavani. Vinse poi il David di Donatello per il film “La cicala” di Alberto Lattuada, nel 1980; il secondo David arrivò tre anni dopo con “Sapore di mare” di Carlo Vanzina. Continuando la carriera tra sceneggiati e film, nel 1994 arrivò il francese “La regina Margot”, diretto da Patrice Chereau, che non la voleva neppure per il ruolo, ma fu costretto dopo aver ottenuto il rifiuto di Giulietta Masina e Monica Vitti, in cui interpreta Caterina de Medici, madre di Margherita di Valois, interpretata da Isabelle Adjani, e fautrice della famosa strage di San Bartolomeo del 1572. La sua interpretazione fu comunque apprezzata ottenendo il Prix d’interpretation feminine per la migliore attrice al Festival di Cannes. Una carriera all’insegna della semplicità, che sicuramente non sarà dimenticata.

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