Decreto anti-terrorismo: Alfano presenta le nuove regole

Decreto anti-terrorismo: Alfano presenta le nuove regole

Angelino Alfano, ministro dell’Interno, ha presentato le nuove regole in materia del decreto anti-terrorismo varato dal governo e approvato dal Cdm (Consiglio dei ministri). Presenti nella presentazione anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Alfano ha parlato di nuove durissime regole che andranno a contrastano il terrorismo internazionale di matrice religiosa in modo molto serio. Ecco cosa cambia in sostanza: partire per l’estero per andare a combattere in organizzazioni terroristiche sarà adesso reato, la Procura nazionale antimafia si occuperà anche del coordinamento delle attività antiterroristiche, gli agenti 007 potranno andare a deporre nei vari processi mantenendo comunque il loro anonimato, infine, i siti web che in qualunque modo parlano di terrorismo potranno essere immediatamente oscurati. In dettaglio, il decreto anti-terrorismo approvato dal Cdm, spiega il ministro dell’Interno, prevede la reclusione da 3 a 6 anni per chi si arruola in organizzazioni terroristiche, la reclusione da 3 a 6 anni per chi supporta i foreign fighter, reclusione da 5 a 10 anni per tutti quelli che si fanno corsi o si addestrano da sé all’uso di armi ed esplosivi. La pena in questo caso si aggrava se viene fatto via internet. Attraverso queste regole viene affermato il principio “che si può seguire nei confronti dei sospettati di terrorismo lo stesso sistema di regole che si usano per i sospettati per mafia sono stati inoltre rafforzati i poteri di espulsione dei prefetti nei confronti di stranieri sospetti”. “Abbiamo previsto norme che riguardano la possibilità per il personale dei servizi di poter deporre nei processi mantenendo segreta la reale identità personale sarà loro consentito, con autorizzazione dell’autorità giudiziaria, di effettuare fino a gennaio 2016 colloqui con soggetti detenuti o internati”. Ha preso parola anche il ministro Andrea Orlando che spiegando il decreto ha riferito che la nostra nazione non aveva ancora “una struttura di coordinamento centrale” in materia di attività anti-terrorismo, adesso l’avrà senza che venga creata una nuova entità ma semplicemente affidata alla procura antimafia nazionale e di anti-terrorismo.

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