Si è spento Giacomo Rondinella, primo interprete di “Malafemmena”

Si è spento Giacomo Rondinella, primo interprete di "Malafemmena"

Se n’è andato a 91 anni, nella sua casa di Fonte Nuova alle porte di Roma, Giacomo Rondinella, uno dei più grandi interpreti della canzone napoletana e primo cantante ad incidere l’immortale “Malafemmena”, scritta dal grande Totò, nel 1951; “Con Rondinella scompare un grande interprete della canzone classica della nostra città” ha dichiarato affranto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris appena saputa la notizia. Sempre secondo De Magistris, “è stato una voce che ha attraversato tante generazioni di napoletani e che ha emozionato, nel mondo, milioni di nostri concittadini”. Per gli ammiratori era come un imperatore, il vero dio della napoletanità. Nato a Messina nel 1923 da una famiglia di artisti e cantanti di avanspettacolo, Rondinella era fratello di Luciano, cantante e discografico, e zio di Clelia, affermata attrice; stranamente, i genitori non desideravano per lui una carriera artistica e lo iscrissero ad una scuola nautica sognando per lui una vita da capitano di lungo corso. Rondinella attrversò la seconda guerra mondiale arruolandosi in Marina ma, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, abbandonò la divisa per darsi alla boxe. Ma, per uno come lui, tirare pugni non era poi così facile e decise di tornare all’ovile dello spettacolo e della canzone, vincendo un concorso canoro indetto a Napoli nel 1944. Nel primissimo dopoguerra, la sua carriera di artista spiccò il volo: divenne uno dei più noti cantanti melodici partenopei, incise appunto “Malefemmena” (e la sua interpretazione è considerata tra le migliori del brano, insieme a quella di Teddy Reno in “Totò, Peppino e la malafemmina” del 1956) e “Munasterio ‘e Santa Chiara”, creandosi anche una fama di dongiovanni, e girando ben dieci film di fila nel 1954, tutt’al più pellicole romantiche strappalacrime, ma tra questi c’è spazio anche per l’ottimo “Carosello napoletano” diretto da Ettore Giannini. Era anche un bravo talent scout, fu infatti lui a scoprire l’appena scomparsa Virna Lisi e Marisa Allasio, poi lanciata da “Poveri ma belli” (1956) di Dino Risi.

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