Negato il rinnovo del visto per Battisti, rischia espulsione dal Brasile

Negato il rinnovo del visto per Battisti, rischia espulsione dal Brasile

Brutte notizie per l’ex terrorista Cesare Battisti: gli è stato negato il rinnovo del visto che gli permette la permanenza sul territorio del Brasile e quindi, molto probabilmente, potrebbe anche essere espulso dal Paese sudamericano. La decisione è arrivata da un tribunale federale di Brasilia e il giudice Adverci Rates Mendes de Abreu ha spiegato così la motivazione: “La sua posizione è quella di uno straniero senza documenti in Brasile, condannato nel proprio Paese per alcuni crimini. Non ha quindi il diritto di rimanere qui o di ottenere un permesso di residenza”. Pertanto, ha continuato il giudice, Battisti va espulso, anche se non bisogna confondere l’estradizione con l’espulsione; l’avvocato di Battisti, Igor Sant’Anna Tamasauskas ha fatto sapere di voler presentare ricorso: “Non comprendiamo come la sentenza tenti di modificare una decisione della Corte Costituzionale e del presidente della Repubblica” ha dichiarato. Il giudice de Abreu ha accolto una richiesta della Procura federale per considerare nullo l’atto del governo per la concessione del soggiorno all’ex terrorista; il magistrato ha deciso che può essere iniziata la procedura di espulsione verso la Francia o il Messico, i Paesi dove è passato Battisti prima di approdare in Brasile, ovviamente tenendo conto che può sempre ricorrere in appello, come suo diritto. Ma è anche vero che in Francia non vige più da tempo la cosiddetta “dottrina Mitterand”, ossia il diritto d’asilo concesso a suo tempo dal governo francese a tutti i terroristi degli anni di piombo in fuga dall’Italia, purchè rinunciassero completamente alla violenza; il Consiglio di Stato francese, infatti, nel 2004 lo ha spogliato da ogni validità giuridica. Intanto, in Italia sperano per una prossima estradizione i parenti delle vittime dei crimini di Battisti, in particolare Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il commerciante ucciso dall’ex terrorista a Milano nel 1979 e ferito lui stesso, tanto da essere costretto da allora sulla sedia a rotelle, che si è detto sorpreso dalla sentenza: “Potrebbe essere l’occasione – ha detto all’Ansa – per poter riaprire il caso di estradizione. Credo che questa sia la migliore occasione che potevamo aspettarci e non penso che la Farnesina voglia fare un buco nell’acqua. Questa volta non sono concessi passi falsi se non vogliamo fare l’ennesima figura da pecore”.

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