Dustin Hoffman prende distanze dal cinema: “Meglio la televisione”

Dustin Hoffman prende distanze dal cinema: "Meglio la televisione"

Dopo anni da protagonista sul grande schermo (con titoli come “Il laureato”, “Piccolo grande uomo”, “Il maratoneta”, “Kramer contro Kramer”, “Rain man” e “Tootsie”), il 70enne Dustin Hoffman si dice ormai stanco del cinema: “Il cinema? Ormai è in crisi, ha davvero toccato il fondo” ha dichiarato l’attore nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano inglese “The Independent”. Secondo Hoffman, quindi, il cinema è nel pieno di una crisi da cui sembra non potersi risollevare più; con tono molto rammaricato e deluso, ma anche senza disdegnare un linguaggio crudo e diretto, il protagonista di “Cane di paglia” ha diretto delle frecciate verso quel mondo che, nel corso degli anni, lo ha fatto diventare una star: “Secondo me, il grande schermo sta vivendo il suo momento peggiore in assoluto, o perlomeno in questi ultimi cinquant’anni in cui io sono attore. Ormai, a Hollywood non è più importante essere bravi o avere talento, ma solo fare soldi”. Passando invece a parlare del mondo televisivo, Hoffman usa toni molto più morbidi e sorprendenti, definendo la televisione al top della forma: “Negli anni è riuscita a raggiungere una qualità narrativa e registica di altissimo livello” ha detto. Tornando poi a parlare della sua carriera, Hoffman ha ripercorso la sua parabola di attore, secondo lui non molto differente da quella di tanti altri colleghi suoi coetanei: “Io la vedo così: il cerchio prima o poi si chiude – ha dichiarato – il mio primo ruolo da protagonista fu con “Il laureato”, quando dalla sera alla mattina mi ritrovai ad essere una star. Per la maggior parte degli attori si inizia sempre con quelli che, con eufemismo, chiamiamo ruoli di contorno, quando è più giusto definirli ruoli secondari se non minori. Poi, se sei fortunato inizi a diventare sempre più importante fino ad ottenere ruoli da protagonista; infine, raggiungi una certa età, e purtroppo per le attrici questo succede molto più rapidamente, e non sei più il protagonista, ma ritorni ad essere un attore secondario, quasi sempre il mentore del protagonista. E allora il cerchio si chiude”.

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