Accordo Italia-Francia, pescatori sardi in rivolta: “Revoca immediata o blocco”

Arriva la protesta dei pescatori della Sardegna contro l’accordo Italia-Francia con la speranza che venga stracciato per non vedersi mangiare una fetta del mare italiano che passerebbe nelle mani della Francia

Accordo Italia-Francia, pescatori sardi in rivolta: "Revoca immediata o blocco"

Una nuova giornata di mobilitazione da parte dei pescatori del Nord Sardegna per protestare contro l’accordo Italia-Francia dove in pratica viene ridisegnato il confine tra la Corsica e appunto la Sardegna: una bella fetta del mare appartenente al nostro Paese rischia di andare nelle mani dei francesi. E’ proprio per questo motivo che dieci pescherecci hanno manifestato a 12 miglia nautiche dalla costa nelle Bocche di Bonifacio, al limite delle acque territoriali facendo sentire il loro grido: «Nessuno tocchi il nostro mare». In mezzo a loro anche Mauro Pili il deputato di Unidos. Domenico Pangrani ha spiegato che «noi non entriamo nelle questioni politiche, non sono di nostra competenza. Noi siamo preoccupati perché quel tratto di mare rappresenta il nostro pane: è la zona più pescosa, dove noi catturiamo scampi e gamberi. Non ci interessano gli accordi tra gli Stati, abbiamo a cuore solo un problema: vogliamo continuare a pescare liberamente per mantenere le nostre famiglie».

A marzo 2015 è stata firmata una bozza dell’accordo che ancora il Parlamento italiano non ha ratificato, dove viene detto chiaramente che le regole per le marinerie rimarranno le stesse, anche se il peschereccio di Pietro Langiu, nelle scorse settimane, era stato mandato indietro dalla Guardia costiera francese, ricevendo poi le scuse ma ormai era tardi in quanto la protesta nel frattempo aveva preso il via.

Pietro Langiu: «Noi ora non vogliamo più rischiare, le parole del Governo non ci bastano. Gli uomini della Capitaneria francese non sono mai stati teneri: non vogliamo che i nostri pescherecci vengano sequestrati. Perché non siamo stati avvisati di questo accordo? Perché non ci hanno chiesto neanche un parere?».

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