Attentati a Bruxelles, Gianfranco Fini: “Le parole di Juncker e Renzi fanno sorridere”

L’ex presidente della Camera ha espresso il suo parere in merito agli attentati di Bruxelles: «Le parole di Renzi mi fanno sorridere. L’Unione Europea si mostra confusa e debole. Quando c’è un attentato si parla di coordinamento dell’Intelligence che poi non avviene mai»

Attentati a Bruxelles, Gianfranco Fini: "Le parole di Juncker e Renzi fanno sorridere"

Gianfranco Fini, dopo gli attentati a Bruxelles dello scorso 22 marzo rivendicati dall’Isis che hanno colpito l’aeroporto e tre metropolitane, causando la morte di oltre 34 persone con più di 180 feriti, intervenendo ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, ha dichiarato che l’Unione Europea si mostra confusa e debole: «Ogni volta che c’è un attentato si parla di coordinamento dell’Intelligence che poi non avviene mai – ha spiegato Fini – ogni volta si dice che occorre una politica che garantisca maggior controllo delle frontiere europee e poi non si passa mai ai fatti. Al di là questi aspetti operativi, l’Ue dice che bisogna intervenire contro l’Isis sui territori come Libia, ma non lo possiamo fare se il governo non lo chiede e il governo ancora non c’è. Il vero problema dell’Europa è una malattia da cui soffre da qualche tempo, malattia che vede immune il mondo musulmano più estremo. La nostra malattia è il relativismo morale. L’Europa non sa più cos’è, ha perso coscienza della sua storia e delle sue tradizioni. C’è una vulnerabilità culturale».

L’Isis affascina per l’idea del Califfato
«Nel libro “Il codice dell’apocalisse” c’è una frase di Bin Laden che disse, poco prima di essere ucciso, che i soldati di Allah sono diversi dai soldati dell’occidente, perché l’occidente deve convincere i soldati a combattere, gli estremisti invece devono dire ai giovani di aspettare perché sono impazienti di compiere il loro martirio. Non c’è bisogno di crociate anti-islamiche che infiammerebbero ancora di più la situazione. Un’Europa cosciente di quel che è probabilmente sarebbe più capace di interagire con chi ha altre identità. Se uno non sa che cos’è, ha paura di tutto, se invece si è coscienti della propria identità ci si relaziona con gli altri con maggiore sicurezza. Abbiamo avuto una grande occasione con la Costituzione europea, ma l’abbiamo gettata al vento. Lo studioso Lewis ha colto il punto: l’Islam è una religione per sua natura totalizzante. Il mondo musulmano in Europa, in Medio oriente e in Asia, considera la religione come l’identità. Mentre in Europa la religione è secolarizzata, nel mondo musulmano la religione è sinonimo di identità quindi un’Europa che è resa balbettante dal relativismo morale. Lo dico laicamente. L’Isis affascina per l’idea del Califfato. Abbiamo a che fare con un segmento del mondo musulmano che è impegnato su due fronti: uccidere gli infedeli delle altre religioni, ma anche i musulmani traditori, cioè gli sciiti. Non è solo una guerra contro l’Europa, è una guerra all’interno del mondo musulmano».

I Foreign fighters viaggiano indisturbati
Secondo l’ex presidente della Camera dei deputati «nonostante l’Ue parli sempre della necessità di maggiore controllo delle frontiere, maggior coordinamento dell’Intelligence, in Europa non esiste l’equivalente dell’Fbi statunitense. Gli usa hanno alcune organizzazioni di tipo federale, noi no. Abbiamo la Bce, tutto il resto rimane di competenza degli stati nazionali. Le lacrime della Mogherini sono l’emblema dello stato in cui si trova l’Ue: c’è ben poco di unione, prevalgono sempre gli interessi nazionali. Serve maggiore sovranità condivisa, soprattutto in termini di politica estera, militare e di sicurezza. Nessuno è in grado di fare da solo. A chi dice che l’Italia deve sospendere Schengen, io dico che così facendo ci eviriamo da soli. Se noi sospendessimo Schengen, tutti quelli che arrivano in Italia resterebbero qui, secondo il trattato di Dublino. In materia di sicurezza, c’è anche un’altra considerazione da fare: si sono addestrati in Siria, ma temo che fra qualche tempo andranno in Libia. Continuare a dire che l’intervento in Libia si farà solo dopo la formazione del governo libico è una follia, dato che il governo non è riconosciuto dai combattenti e non si può insediare. In Francia e Belgio ci sono delle zone in cui l’islam europeo è egemone. L’uomo più ricercato del mondo non si nasconde a Molenbeek per 4 mesi se non gode di supporto logistico. Abbiamo delle metastasi già attive all’interno dell’Europa. Questo deve far comprendere che non siamo in presenza di una situazione di emergenza, ma di una situazione che può diventare una vera e propria guerra».

Matteo Renzi e Juncker
«Juncker ha detto che serve unità per quanto riguarda la sicurezza in Europa. Renzi ha detto che serve in Europa una struttura unitaria di sicurezza e difesa. La cosa che fa sorridere e che indigna allo stesso tempo è che sono affermazioni su cui tutti siamo concordi però non si passa mai dalle buone intenzioni ai fatti. Il trattato di Dublino è ancora in vigore nonostante si parli da anni di modificarlo. E non è ancora stato modificato perché la Commissione Ue e il Parlamento Ue non possono prendere decisioni attuative, dato che decidono i capi di governo quando si riuniscono. C’è diffidenza tra gli stati, ci sono egoismi nazionali, spero di sbagliarmi ma temo che quello che ha detto Juncker sia una bella affermazione di principio, destinata a rimanere lettera morta», ha detto infine.

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