Brexit, Theresa May smentisce Cameron: pratiche d’uscita previste per fine anno

In seguito al referendum popolare del 25 giugno, la Gran Bretagna, con la voce del popolo, ha optato per uscire dall’Unione Europea. Sebbene l’ex premier David Cameron avesse spiegato che le pratiche sarebbero iniziate da settembre, ora Theresa May rimanda a non prima di fine anno. Nel frattempo l’economia tedesca continua a crescere

Brexit, Theresa May smentisce Cameron: pratiche d'uscita previste per fine anno

Dopo un mese dalla decisione popolare che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ora vige molto disordine politico internazionale. Sembra quasi cristallino che i governanti britannici, fossero abbastanza sicuri che dominasse, da parte del popolo, di rimanere nel gruppo europeo e sembra quasi palese che non avevano previsto l’ipotesi nel caso gli scissionisti avessero avuto la vittoria. Tuttavia, avevano cercato di mostrarsi preparati: il Primo Ministro David Cameron, inizialmente aveva dichiarato che i negoziati per la scissione Gran Bretagna–Ue, sarebbero iniziati solo a settembre 2016, una dichiarazione avvenuta poco prima d’aver nominato il suo successore alla carica. Tuttavia, l’attuale Primo Ministro britannico, Theresa May, è entrata nell’esercizio del suo ruolo con la stessa velocità tipica, già collaudata, dal sistema politico britannico ma, altrettanto rapidamente, la nuova premier ha smentito David Cameron ed ha spiegato che sarebbe stato opportuno rimandare le pratiche inerenti al distacco dall’Unione Europea.

Banche tedesche in positivo
Theresa May, che nel frattempo si è insediata nell’abitazione dedita al Premier inglese a Down Street, ha rimandato le trattative per gestire al meglio il divorzio europeo non per settembre, come aveva spiegato il suo predecessore, ma rimandando addirittura a non prima della fine dell’anno. Sebbene, l’articolo 50 del trattato di Lisbona stabilisce che le prassi per lo scioglimento durino non meno di due anni, si rimane di fronte ad un periodo d’incertezza infinito per gli stati europei, soprattutto per tutti quei Paesi che hanno effettivamente un rapporto di commercio con lo Stato uscente. Tuttavia, tirare in lungo con le trattative può convenire alla Germania nell’esercizio della sua funzione di arbitro e agevola certamente alla Gran Bretagna che, caduta ormai la prospettiva della firma del trattato commerciale fra l’Ue e gli Usa (il così detto Ttip), può trattare contemporaneamente sia la sua integrazione con il mercato europeo, sia con il mercato americano. Nel frattempo, nonostante il sì alla Brexit, l’economia tedesca continua a crescere: come riportato dall’ “Ansa”, dagli ultimi bollettini mensili della banca centrale tedesca, “il trend resta positivo”, nonostante il break imposto dal referendum britannico.

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