Volo Beirut-Roma, pilota Alitalia si rifiuta di volare: “Sono troppo stanco”

Poco prima della partenza da Beirut con destinazione Roma, il pilota si è rifiutato di volare: «Sono troppo stanco», ha detto per giustificarsi. I passeggeri sono stati costretti a scendere dall’aereo e “sopportare” un ritardo di 16 ore. Il pilota aveva raggiunto la quota massima di ore di volo decidendo così di rispettare il riposo obbligatorio

Volo Beirut-Roma, pilota Alitalia si rifiuta di volare: "Sono troppo stanco"

Il volo AZ827, programmato per decollare da Beirut alle 4.25 del mattino ora locale in Libano, e diretto a Roma, è stato cancellato. Il pilota dell’Alitalia si è rifiutato di volare. I passeggeri erano già saliti a bordo dell’aereo quando il pilota ha preso questa decisione e successivamente sono stati costretti a scendere. Il viaggio per Roma sarebbe durato circa tre ore, il che significa un tempo di arrivo per le 07:00 ora locale (Italia). I passeggeri inferociti hanno dovuto attendere fino a sedici ore nello scalo che li portasse nella capitale italiana. Sull’aereo volava, Joseph Calleja, un cantante dell’Opera di Malta, che ha sfogato la sua rabbia a più di 200.000 fan sulla sua pagina Facebook, definendo il trattamento dei viaggiatori “deplorevole”. «Mentre io non conosco le normative precise questo trattamento dei clienti, senza rispetto per la vita delle persone, è deplorevole. Ogni volta che ho usato questa compagnia aerea c’è sempre qualche problema. Mai più volerò su Alitalia» ha inoltre dichiarato. La compagnia italiana costretta ad incassare la figuraccia.

I limiti sono rispettati ma non andrebbero mai raggiunti
«Con la crisi anche nel mondo dell’aviazione le cose sono cambiate», commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti. «Sono arrivati i tagli e la qualità del lavoro è peggiorata, questo su un volo significa meno sicurezza. Mentre sulle tecnologie ci sono standard elevatissimi, sui lavoratori è aumentato il ritmo, accumulando così stress fisico e psicologico. Per legge il riposo minimo di chi lavora in volo è uguale al periodo di servizio. Ma se un tempo i limiti normativi venivano ulteriormente abbassati dalle aziende, oggi non è più così: i limiti sono rispettati ma non andrebbero mai raggiunti. Il lavoro di pilota comporta variabili in corso d’opera e spesso hanno necessità di smaltire jet leg dovuti ai fusi orari. Quella di lavorare e riposare per le stesse ore dovrebbe essere una situazione limite, invece è la norma».

I commenti sono chiusi.

Impostazioni privacy