Cnel, nasce la Consulta sul lavoro autonomo

Nasce la Consulta sul lavoro autonomo e le professioni in seno al Cnel, il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro

Cnel, nasce la Consulta sul lavoro autonomo

Cnel, due nuovi organi: sono due i nuovi organismi nati in ambito Cnel, il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro, presieduto da Tiziano Treu. Nell’ambito della Commissione Informazione e Lavoro e nell’ambito della Commissione istruttoria II-Politiche sociali e sviluppo sostenibile, infatti, sono stati costituiti la Consulta sul lavoro autonomo e le professioni e l’Osservatorio socio-economico sulla legalità.

I componenti della Consulta
A dare vita a questi organismi sono degli esperti e degli economisti di livello internazionale. In particolare, la Consulta sul lavoro autonomo e le professioni è costituita dai consiglieri Maria Malatesta, Gaetano Stella, Tommaso Di Fazio e da Anna Rita Fioroni, senatrice della Repubblica Italiana nella XVI legislatura.

I compiti del nuovo organismo
Il nuovo organismo svolgerà compiti ben precisi. In particolare, è chiamato a predisporre ogni sei mesi una relazione sul funzionamento dell’apprendistato; sulle procedure di accesso alle professioni, tenendo conto anche di quanto previsto in merito dalla legislazione dell’Ue; sullo stato della formazione continua e dell’apprendimento; sulle best practices seguite a livello di Unione Europea ma anche a livello delle Regioni italiane. Inoltre, la Consulta sul lavoro autonomo e le professioni è chiamata a sviluppare un’analisi sulle regolamentazioni o semplificazioni in settori a scarsa o insufficiente regolazione.

Il lavoro autonomo in Italia
L’Italia, secondo alcune rilevazioni Eurostat dello scorso anno, è il secondo Paese europeo con il più elevato tasso di lavoratori autonomi. Per districarsi tra pratiche comuni, a partire dal calcolo ritenuta d’acconto e altri mille aspetti che caratterizzano questo universo, il blog di Danea.it offre guide pratiche e aggiornate, capaci di rispondere con efficienza e competenza alle principali perplessità sia di chi inizia a muovere i primi passi in questa realtà sia di professionisti di lungo corso. Tornando ai dati, dalle rilevazioni Eurostat emerge che l’Italia è seconda solo alla Grecia per numero di lavoratori autonomi nell’Unione Europea. Nel nostro Paese, infatti, l’incidenza di questa categoria di occupati è pari al 21%, poco meno del 29% di Atene. La media europea è ferma sei punti percentuali sotto, a quota 14%. I dati sono elaborati su un totale di 30,6 milioni di lavoratori autonomi che lavorano in Europa tra i 15 e i 64 anni di età.

Dove si riducono i numeri
Diversa, anzi del tutto opposta, la situazione in Germania, Estonia, Lussemburgo, Svezia. Qui la percentuale si ferma al 9%. Scende all’8%, invece, in Danimarca. Una situazione che deve inevitabilmente portare a una riflessione, considerando il fatto che nei Paesi dove la percentuale di lavoratori autonomi è più bassa sono anche i Paesi con i livelli di disoccupazione meno elevati. In Danimarca il dato relativo al tasso di disoccupazione si ferma al 4,3%, in Germania al 3,7 %, a fronte di un dato italiano all’11 %.

L’osservatorio sulla legalità
L’altro organismo nuovo nato in seno al Cnel è l’Osservatorio sulla legalità, composto dal consigliere Luciano Silvestri, Guido Maria Rey e Stefania Pellegrini. Avrà il compito di predisporre un report semestrale sugli effetti economici dei fenomeni corruttivi ed economia illegale.

Il rapporto sarà compilato anche grazie alla possibilità di beneficiare di audizioni e collaborazioni da parte di Ministero della Giustizia, Anac, Banca d’Italia, Corte dei Conti e Guardia di Finanza. Tra i compiti anche quello di avviare una ricognizione delle differenti metodologie, anche internazionali, per la valutazione quantitativa dei fenomeni. Il 31 di ottobre, di ogni anno, è chiamato a realizzare un documento di sintesi per Camera e Senato.

Impostazioni privacy