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Caduta Muro di Berlino: palloncini bianchi per il 25° anniversario

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Redazione

Nella giornata di oggi tutti gli occhi sono puntati su Berlino, la capitale della Germania, dove esattamente venticinque anni fa veniva abbattuto il muro che divideva la città ma soprattutto il mondo intero, in quello occidentale da una parte e in quello dell’ex Unione Sovietica dall’altra. Il crollo del “Muro di Berlino” (era il 9 novembre 1989) viene anche definito il crollo del simbolo della “Guerra Fredda”. Nella città tedesca capitolina è stato ricordato con tantissime manifestazioni e celebrazioni, in particolare stanno facendo il giro di tutto il mondo le immagini di tantissimi ragazzi, ragazze, ma anche meno giovani e anziani, con palloncini bianchi luminosi in mano, di fronte la Porta di Brandeburgo. In tarda serata verranno lasciati volare in aria per illuminare il cielo di Berlino. Durante l’Angelus odierno, Papa Francesco ha dedicato parole importanti per il venticinquesimo anniversario della caduta del “Muro”: “La caduta avvenne all’improvviso – tuona il pontefice – ma fu resa possibile da un lungo e faticoso impegno di tante persone che per questo hanno lottato, pregato e sofferto, ed alcuni fino al sacrificio della vita. Fra questi un ruolo da protagonista lo ha avuto Papa Giovanni Paolo II. Che non accada più che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione. Dove c’è un muro c’è chiusura di cuore. Servono ponti non muri”.

L’impatto in Europa della caduta del Muro
Quando il muro crollò, il 9 novembre del 1989, gli Stati membri dell’Unione Europea erano dodici, oggi invece sono 28. Tra i nuovi paesi membri molti sono quelli che erano sotto l’influenza dell’ex Unione Sovietica ed alcuni erano proprio parte dell’allora Unione Sovietica. Il crollo del “Muro di Berlino” è stato importante anche per ridisegnare l’Europa e vederla come oggi noi la conosciamo.

George Bush, 25 anni dopo
Intervistato da Sky, il 41esimo presidente degli Stati Uniti, adesso 90enne, ha raccontato quei giorni e le valutazioni di allora: “Sebbene fossi euforico per quello che sembrava essere accaduto ho immediatamente evitato di fare commenti frettolosi ai media. Abbiamo dovuto fare attenzione come rappresentare la nostra risposta di buona notizia anticipando non solo la risposta del presidente Gorbaciov ma anche quello dell’opposizione all’interno dell’Unione Sovietica”. “Ho sostenuto la riunificazione della Germania perché non pensavo che la Germania del presente dovesse pagare per sempre per qualcosa fatta dai suoi cittadini nel passato”.

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