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Peschereccio sequestrato davanti coste della Libia: salvato dalla Marina Militare

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Filippo Mammì

Il peschereccio siciliano “Airone”, partito da Mazara del Vallo, è stato sequestrato nella notte tra venerdì e sabato da una motovedetta militare, battente bandiera libica, a 30 miglia dalla costa libica, in acque internazionali; mentre però era stato rimorchiato e, a quanto pare, alcuni uomini armati fossero saliti a bordo minacciando i marittimi dell’equipaggio, una nave della Marina Militare italiana è arrivata in soccorso dell’Airone, fermandolo e agganciandolo ad un rimorchiatore, per poi far salire del personale a bordo del peschereccio, che ha anche bloccato i libici armati a bordo. Al momento, non è ancora chiaro cosa sia accaduto effettivamente; sembra che il peschereccio siciliano sia stato abbordato da un rimorchiatore “presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche”, quindi non si sa se gli uomini che lo hanno bloccato al largo fossero militari oppure semplici pirati. A ogni modo, il rimorchiatore della Marina Militare ha portato l’Airone in salvo all’isola di Lampedusa. Lo ha comunicato lo Stato Maggiore della Difesa; il sequestro, sembra, è avvenuto a circa 90 chilometri a nord ovest di Misurata ed il personale della Marina italiana che è salito a bordo, assumendone il controllo, fa parte di un’unità impegnata nell’operazione di sorveglianza e sicurezza marittima denominata “Mare Sicuro”. Altre notizie sull’accaduto sono state diffuse da Giovanni Tumbiolo, presidente del distretto per la pesca Cosvap: l’equipaggio dell’Airone è composto da 7 uomini, tre siciliani e quattro tunisini, e il comandante della motopesca, di proprietà della Maran snc, è Alberto Figuccia.

Sembra che i marittimi si siano ribellati ai libici poco prima che giungessero gli uomini della Marina italiana, pare allertati da un altro peschereccio nelle vicinanze. Tumbiolo ha comunque fatto sapere di aver avvisato dell’accaduto il ministro dell’Agricoltura e della Pesca libico, Abdul Munam Dugman: “Lo stato di allerta è massimo da quando l’ambasciata italiana è stata chiusa – ha detto – siamo preoccupati, ma al tempo stesso fiduciosi perchè il popolo libico è sempre stato vicino ai siciliani”.

Filippo Mammì

Sono giornalista professionista da due anni, ho 35 anni e sono di Reggio Calabria. Dopo un diploma in maturità classica e una laurea presso il DAMS dell'Unical (Università della Calabria) ho passato quasi dieci anni della mia vita a Roma, lavorando prima nel mondo del cinema (mansioni varie, niente di che!); in seguito, mi sono avvicinato al giornalismo (mia seconda passione dopo il cinema) frequentando il master di primo livello di Giornalismo presso la Lumsa, abilitativo all'esame da professionista presso l'ODG. Possiedo un blog su un sito locale e collaboro, oltre che con Cataniavera.it e Newspage.it, anche con Litalianews.it

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