Meredith Kercher: il Dna sul coltello non è della studentessa

Meredith Kercher: il Dna sul coltello non è della studentessa

Meredith Kercher: il Dna sul coltello non è della studentessa

CATANIA, 29 giugno 2011 – E’ tutto da rifare: pare infatti che l’arma del delitto che uccise Meredith Kercher non sia il coltello (il Dna rilevato sull’oggetto in questione non è affatto certo che sia quello della studentessa inglese) e il gancetto del reggiseno, sul quale era stato ritrovato il Dna di Raffaele Sollecito, potrebbe avere subito delle contaminazioni. Secondo la relazione depositata dai periti Carla Vecchiotti e Stefano Conti della Sapienza di Roma, che sono stati nominati dalla Corte d’Appello di Perugia nel processo di secondo grado ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, dopo la condanna in primo grado a 25 e 26 anni, infatti “Tenuto conto che non è stata seguita alcuna delle raccomandazioni della comunità scientifica internazionale, relativa al trattamento di campioni Low Copy Number non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione del profilo rilevato sulla traccia B alla vittima Kercher Meredith poiché il profilo genetico, così come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici scientificamente validati” e sulla lama del coltello “non sussistono elementi scientificamente probanti la natura ematica”. L’unica cosa certa risultante dall’oggetto da taglio è il Dna di Amanda sull’impugnatura dello stesso. Inoltre “Non si può escludere che i risultati ottenuti possano derivare da fenomeni di contaminazione ambientale e/o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della repertazione e/o manipolazione di detto reperto”…”Gli accertamenti non sono attendibili: non sussistono elementi scientificamente probanti la presenza di presunte cellule di sfaldamento sul reperto. Vi è stata una erronea interpretazione del tracciato elettroforetico relativo al cromosoma Y» . Infine i periti sottolineano che “non sarebbero state eseguite le procedure internazionali di sopralluogo, raccolta e campionamento”.

Annamaria Balistrieri

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