Allacciate le cinture: il nuovo film di Ozpetek nelle sale dal 6 marzo

Allacciate le cinture: il nuovo film di Ozpetek nelle sale dal 6 marzo

Allacciate le cinture: il nuovo film di Ozpetek nelle sale dal 6 marzo

Si chiama “Allacciate le cinture” il nuovo film del regista turco, Ferzan Ozpetek, e il prossimo 6 marzo approderà al cinema in 350 copie. Protagonisti della pellicola Kasia Smutniak (nei panni di Elena) e Francesco Arca (nei panni di Antonio): Elena ed Antonio sono due persone una l’opposto dell’altro. Essendo così diversi, entrambi non sopportano molte cose l’uno dell’altro ma come accade spesso gli opposti si attraggono e finiscono per innamorarsi, un amore molto profondo ma anche irrazionale. Nel cast anche Carolina Crescentini, Paola Minaccioni, Giulia Michelini, Luisa Ranieri, Carla Signoris, Elena Sofia Ricci, Filippo Scicchitano e Francesco Scianna. “Sei anni fa – racconta Ozpetek – ho organizzato una cena per una mia amica che non stava bene. Ho invitato quaranta persone ed ho fatto venire anche Stefania Sandrelli che la mia amica adora e, durante la serata, con la sfrontatezza che mi contraddistingue le ho chiesto: ‘Ma tu dormi ancora con tuo marito?’, e lei mi ha risposto ‘Non solo, ci prova pure. Agli uomini non fa schifo niente’. C’è un certo timore ad affrontare alcuni temi, si pensa che il pubblico voglia solo ridere, in realtà la vita è fatta di momenti di gioia e momenti di turbolenza. Da questo nasce il titolo del film, perché Ci capiterà per forza una turbolenza, arriva a tutti: non in aereo, non in macchina, ma nella vita”. “Il melò mi piace – continua il regista – e sfrutta l’emozione che è qualcosa che sul mio set non manca. In alcune scene ho dovuto persino fermarmi perché erano persino troppe per il film. I miei riferimenti sono Douglas Sirk, Michael Powell, però nel film ci sono anche molte cose di Vittorio De Sica che per me rimane sempre il più grande regista di tutti i tempi soprattutto nel suo rapporto con gli attori”.

L’attrice Kasia Smutniak, (Elena nel film), racconta: “quando Ferzan mi ha parlato del film, del tema del tempo che passa, della felicità fatta di piccoli gesti, le cose della quotidianità che ci innervosiscono ma poi quando non ci sono più ci mancano era qualcosa che sentivo molto presente. Ci sono due momenti nella vita di Elena: l’incontro con Antonio e il fatto di guardare in faccia la morte, che danno il senso al tempo e ti riportano a te, ti permettono di vederti da fuori”.

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