Riforme, dopo rissa opposizioni unite: “Basta, c’è deriva autoritaria”

Riforme, dopo rissa opposizioni unite: "Basta, c'è deriva autoritaria"

Dopo una seduta notturna nel Parlamento che si è trasformata in rissa tra deputati del Partito Democratico e Sel, rissa con ceffoni di cui il video ha fatto il giro del mondo, è ancora alle stelle la tensione riguardo le riforme che il governo vuole attuare con il ddl Boschi. Nel pomeriggio di ieri si sono riuniti in una conferenza stampa congiunta tutte le forze (alcune nuove forze) dell’opposizione: Sel, Forza Italia, Lega, ma anche il Movimento 5 Stelle che però ha deciso di presentarsi solo al termine della conferenza congiunta per farne una da soli. Tutte le forze dell’opposizione hanno però un unico grido: il governo ha assunto una deriva autoritaria. Da martedì prossimo tutti i gruppi delle opposizioni saranno ricevuti dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Renato Brunetta assicura che il Pd ne vedrà delle belle, «vedranno i sorci verdi». Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non ci sta e dal suo profilo Twitter fa sapere dell’intenzione di andare comunque avanti: «Vogliono bloccare il governo ma noi vogliamo andare avanti, non accettiamo lezioni di onestà da nessuno. Siamo pronti al referendum e vediamo da che parte sta la gente». Roberto Speranza, capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati: «Ci ritroviamo in mano i numeri per andare avanti da soli, ma ciò sarebbe un errore».

Il discorso del capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta
«E’ una vera e propria violenza alla democrazia parlamentare. Noi con questa nostra uscita dall’aula denunciamo questo colpo mortale alla democrazia parlamentare. Qui siamo diversi nel merito di quello che è successo, nei contenuti di questa riforma ma tutti concordiamo sul fatto che giudichiamo la riforma elettorale e la riforma dei quaranta articoli della costituzione un pericolo gravissimo e una deriva autoritaria in questo paese. Su tutto questo siamo tutti totalmente d’accordo, nel merito poi con ciascuno che ha le proprie sensibilità, le proprie visioni, ma proprio per dichiarare questa nostra opposizione abbiamo deciso nei confronti del governo e di un atteggiamento del partito di maggioranza relativa, di non partecipare ai lavori in questa fase finale per l’approvazione della riforma costituzionale. Altro che Aventino, ne vedranno delle belle. Il governo e il partito di maggioranza relativa, vedranno i sorci verdi». L’ultima battuta la riserva al premier, di cui Brunetta parla come di un bullo: «Ieri sera alle due di notte è arrivato un presidente del Consiglio che è venuto pochissime volte nell’aula del Parlamento, ed è venuto a fare il bullo in quest’aula in un momento tragico, drammatico e difficile. Forse potrà riuscire a convincere i suoi ma non riuscirà certamente a convincere noi».

Le parole del capogruppo alla Camera del M5S, Fabiana Dadone
«Mi pare evidente e lampante che questo margine non ci sia, l’abbiamo discusso in delle ore che sono veramente imbarazzanti, tra le quattro del mattino e le otto della medesima giornata, di come modificare la carta costituzionale. Di alternativa non ne avete lasciata a nessuna opposizione, quindi altra alternativa non ci lasciate se non lasciarvi qui a votare da soli le riforme».

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