Paura in Libia, rapiti 4 tecnici italiani. Gentiloni: “Impegnati nella ricerca”

Paura in Libia, rapiti 4 tecnici italiani. Gentiloni: "Impegnati nella ricerca"

Quattro tecnici italiani, dipendenti della ditta di costruzioni “Bonatti” di Parma, sono stati sequestrati in Libia a Mellitah, nell’ovest del Paese, a pochi chilometri dal confine con la Tunisia. I quattro sono stati rapiti domenica, mentre stavano rientrando in Libia dalla Tunisia, diretti verso l’impianto petrolifero e gasiero che esporta le risorse in Europa, anche in Italia. Al momento, non è giunta alcuna rivendicazione. La procura di Roma ha aperto un’inchiesta; insomma, il vuoto di potere e il caos nel Paese nordafricano tornano ad interessare direttamente e prepotentemente l’Italia. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha garantito il massimo impegno del governo e dell’intelligence, non nascondendo però che “è sempre difficile, dopo poche ore, capire la natura e i responsabili” di un rapimento. “Al momento, ci dobbiamo attenere alle informazioni che abbiamo e concentrarci sul lavoro per ottenerne altre sul terreno – ha dichiarato – il governo è attivamente impegnato per riuscire a trovare i sequestrati”. Secondo la tv satellitare Al Jazeera, i quattro tecnici italiani sarebbero stati rapiti da elementi vicini al cosiddetto “Jeish al Qabail”, che raccoglie tutte le milizie tribali della zona ostili a quelle di “Alba della Libia” di Tripoli, nella zona di Mellitah, che fino a poco tempo fa era teatro di scontri, e che solo di recente si è calmata dopo la tregua sottoscritta dalle milizie tribali e da quelle di Alba della Libia, che comunque sono in una fase di tensione “fredda”. I nostri tecnici, sempre secondo Al Jazeera, sarebbero stati trasferiti verso sud. Intanto ieri a Bruxelles, durante la consueta riunione ministeriale degli Esteri dedicata proprio alla Libia, era presente l’inviato speciale dell’Onu Bernardino Leon, che oggi sarà a Roma alla Farnesina.

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