Proposta shock per i migranti, miliardario: “Compro un’isola e la uso per accoglierli”

Arriva una proposta shock per risolvere il problema dei migranti che dalla Siria e dal Nordafrica arrivano in Sicilia attraverso i barconi: un miliardario vuole comprare un’isola per ospitarli tutti

Proposta shock per i migranti, miliardario: "Compro un'isola e la uso per accoglierli"

Il problema immigrazione dei migranti che attraverso il “viaggio della morte” arrivano nelle coste siciliane, è uno dei problemi più difficile da risolvere. Negli ultimi anni ma soprattutto negli ultimi mesi molte le proposte per risolverlo, sia da parte di politici italiani che esteri. La più bizzarra ma comunque molto realista è quella che arriva da un privato, il miliardario egiziano Naguib Sawiris, che attraverso un tweet fa sapere al mondo l’idea di voler comprare un’isola deserta per accogliere i rifugiati, «lì – spiega – potranno stare al sicuro e lavorare». Naguib Sawiris, 61 anni è un imprenditore e politico egiziano, un magnate del settore delle telecomunicazioni, un multimiliardario, insomma un uomo di successo che non dice le cose tanto per dire, e se via Twitter annuncia di voler comprare un’isola deserta potrebbe farlo davvero. Per molti la sua è solo una provocazione, per alcuni invece, l’idea di comprare un’isola del Mediterraneo, italiana o greca per accogliere i migranti che ogni giorno, a rischio della propria vita, cercano di raggiungere l’Europa, è una proposta, forse l’unica che potrebbe risolvere la questione nell’immediato. Intervistato dall’Agence France-Presse, ha spiegato che «per comprare un’isola basterà una cifra tra i 10 e i 100 milioni di euro», anche se «la vera spesa sta nelle infrastrutture». «Ce ne sono a decine» di isole deserte da poter comprare, isole che l’Italia e la Grecia non utilizzano, «potrebbero servire per accogliere i migranti. Io la compro, la dichiaro indipendente e la utilizzerò per loro. Il lavoro? Starà proprio nel costruire le infrastrutture della loro nuova isola: gli ospedali, le strade, le abitazioni». E’ ovvio che inizialmente ci saranno strutture di accoglienza. ma dopo, «se le cose miglioreranno, potranno tornare al loro Paese», ha detto infine Sawiris.

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