“Feltri? L’ho lasciato fuori dall’uscio dopo che l’ho sentito dire che fa la professione perché lo pagano. Paragona la vicenda della Raggi a quella di Berlusconi perché vuole riportare in auge il nome di Berlusconi, deve resuscitare Berlusconi e farne un pilastro per Renzi”
Maurizio Bianconi, deputato di Direzione Italia, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Bianconi ha commentato il titolo di Libero su Virginia Raggi: “Feltri? L’ho lasciato fuori dall’uscio dopo che l’ho sentito dire che fa la professione perché lo pagano. Paragona la vicenda della Raggi a quella di Berlusconi perché vuole riportare in auge il nome di Berlusconi, deve resuscitare Berlusconi e farne un pilastro per Renzi. Libero è un giornale per la gente di destra o centrodestra diventato ormai illeggibile. Berlusconi ormai è politicamente morto, lo rende ancora importante solo la stampa, che ancora non lo ha capito. Lui non è importante ma si fa importante. Come accadeva con Monti, che era il centro del mondo per i media e poi alle elezioni prese lo zero cazzo per mille”.
Su Virginia Raggi
“Di Battista si sente sfuggire dalle mani il successo eclatante e fulminante. Bisognerebbe ricordargli che più in alto si va e più in fondo si cade. Mi ha detto sulla Raggi che così non si può, è disperato, lui imbonisce la folla, è l’Ingrao, faccio per fare un esempio, o l’Almirante. E’ l’uomo folla, l’uomo comizio, ha bisogno di argomenti credibili per imbonire la sua gente e la Raggi tutti i giorni gli da una martellata sui coglioni, gli rende difficile il mestiere”.
Sul Festival di Sanremo
“Non lo guardo, trovo estremamente qualificante del livello socioculturale e ludico di un popolo una nazione che intorno a 10-12 sottoprodotti di cantanti si ritrova e si riunisce. Fiorella Mannoia là c’è cascata per disgrazia, ogni tanto quando fai la zuppa con la merda ci capita qualcosa di buono. Non si può basare su un nucleo di mediocri cantanti, che non farebbero un programma alle dodici in televisione, questo spettacolo che è come un’escrescenza tumorale del niente in cui ci mettono di tutto e di più. Sanremo ormai è un puttanaio e lo guida il re dei mediocri, il re degli uomini normali, Carlo Conti, che sta sotto casa mia. E’ un democristiano che va d’accordo con tutti, un po’ alla Vespa. E’ il re della mediocrità, non ha l’estro di Bongiorno né l’entusiasmo di Baudo”.