Papa Francesco: “Anche nella Chiesa ci sono gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi”

Il Pontefice, durante la celebrazione della messa quotidiana a Santa Marta, ha lanciato un duro attacco nei confronti di quelli che nella Chiesa, preti e vescovi, sono arrampicatori, attaccati ai soldi

Papa Francesco: "Anche nella Chiesa ci sono gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi"

Papa Francesco parlando ai fedeli accorsi a Santa Marta, nella sua omelia ha detto che «anche nella Chiesa ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa: gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E’ triste dirlo, no?». «La Chiesa è chiamata a servire e non a diventare affarista». Il Pontefice ha spiegato che «la radicalità del Vangelo, della chiamata di Gesù Cristo è servire, essere al servizio di, non fermarsi, andare oltre sempre, dimenticandosi di se stessi. E la comodità dello status: ho raggiunto uno status e vivo comodamente senza onestà, come quei farisei dei quali parla Gesù che passeggiavano nelle piazze, facendosi vedere dagli altri». Bergoglio ha poi parlato di come dovrebbe essere un vero sacerdote: «Vi dico quanta gioia ho io che mi commuovo quando in questa messa vengono alcuni preti e mi salutano: “Padre, sono venuto qui a trovare i miei perchè da 40 anni sono missionario in Amazzonia”. O una suora che dice: “No, io lavoro da 30 anni in ospedale in Africa”. O quando trovo la suorina che da 30, 40 anni è nel reparto dell’ospedale con i disabili, sempre sorridente. Questo si chiama servire, questa è la gioia della Chiesa: andare oltre, sempre».

In conclusione il Papa ha tenuto a ricordare che «quando la Chiesa è tiepida, chiusa in se stessa, anche affarista tante volte, questo non si può dire che sia una Chiesa che sia al servizio, bensì che si serve degli altri», rinunciate «alle proprie comodità tante volte. Che il Signore ci salvi dalle tentazioni, da queste tentazioni che in fondo sono tentazioni di una doppia vita: mi faccio vedere come ministro cioè come quello che serve, ma in fondo mi servo degli altri».

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