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Crisi Siria, ministro Gentiloni: “Il primo obiettivo è consolidare il cessate il fuoco”

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Redazione

«I risultati prodotti finora dalla tregua hanno consentito l’accesso umanitario e l’assistenza a decine di città e a centinaia di migliaia di persone che erano totalmente escluse dagli aiuti». «Bisogna consolidare la cessazione delle ostilità decisa ormai da oltre due mesi». Queste le parole pronunciate dal ministro degli Esteri in merito alla crisi in Siria durante gli incontri con Staffan De Mistura e Riad Hijab

Incontro alla Farnesina tra il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, l’inviato Onu per la crisi in Siria, Staffan De Mistura, e Riad Hijab, che rappresenta l’opposizione ai tavoli di Ginevra, nonché coordinatore generale dell’Alto comitato per i negoziati sulla Siria, Riad Hijab. «Il primo obiettivo – ha spiegato Gentiloni – è quello di consolidare la cessazione delle ostilità decisa ormai da oltre due mesi. I risultati prodotti finora dalla tregua hanno consentito l’accesso umanitario e l’assistenza a decine di città e a centinaia di migliaia di persone che erano totalmente escluse dagli aiuti». «Nella futura leadership della Siria però non potrà esserci il presidente Bashar al-Assad. Non c’è vittoria militare possibile sul terreno. L’unica strada è quella del negoziato» con «l’uscita di scena del leader siriano. E’ facile a dirsi ma trovare le strade sul piano diplomatico per arrivare a questo scenario è esattamente la sfida che ha davanti la comunità internazionale a partire dagli Stati Uniti e dalla Russia, che formano un gruppo internazionale, e dagli altri Paesi europei, del mondo arabo e del Mediterraneo che fanno parte di questo gruppo». «L’Italia farà in pieno la sua parte».

Russia in Siria
Riguardo il ruolo della Russia nella crisi siriana, «è costruttivo e può essere determinante, ma ci aspettiamo ancora di più. Siamo convinti che la Russia possa contribuire anche al processo di transizione che è indispensabile per arrivare a una soluzione della crisi». Loro possono «esercitare la sua influenza sul regime, può evitare che precipitino sul terreno alcune situazioni molto delicate come attorno ad Aleppo». «Mosca può dare un contributo alla transizione che confermerebbe il suo ruolo. Naturalmente può fare anche l’opposto, ovvero alla fine non essere disponibile a fare i passi ulteriori che sono necessari».

Hijab e Gentiloni hanno infine tenuto a sottolineare che il futuro della Siria non può essere nelle mani di Bashar al-Assad: «Bisogna trovare le strade sul piano diplomatico per arrivare a questo scenario, è esattamente la sfida che ha davanti la comunità internazionale».

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